Non è mai stato emanato un decreto ministeriale di chiusura, per questo la linea ferroviaria Rocchetta Sant'Antonio - Gioia del Colle si definisce sospesa.
La ferrovia Rocchetta Sant'Antonio-Gioia del Colle fu realizzata grazie all'impegno profuso dal politico meridionalista Giustino Fortunato e dall'economista Carlo De Cesare[senza fonte].
Il tronco Rocchetta Sant'Antonio-Rapolla venne inaugurato il 1º agosto 1891; il 1º agosto 1892 fu inaugurata la tratta Rapolla-Gioia del Colle[3]. Il 27 luglio 1892 il Consiglio Comunale di Gioia del Colle deliberò sulla proposta di spesa per l'inaugurazione della ferrovia e il 27 agosto dello stesso anno liquidò le spese pari a 2.185,22 lire per i festeggiamenti e gli addobbi nella stazione locale (da cui partì il treno inaugurale con il Prefetto e le Autorità della Provincia) e per il pranzo ufficiale a Spinazzola.
Nel 1906 il servizio ferroviario della tratta cessò di rientrare nella gestione della Società delle Meridionali Ferrovie e venne riscattato dallo Stato[4].
Nel 2011 fu sospesa la circolazione dei treni viaggiatori sulla tratta Rocchetta Sant'Antonio-Gravina in Puglia. Nel 2016Trenitalia, tramite un comunicato ufficiale, dispose la sospensione anche nel tratto Gioia del Colle-Gravina, in conseguenza del mancato rinnovo del contratto da parte della Regione Puglia motivandola a causa di un traffico persone insufficiente per la copertura dei costi del servizio[5].
Il tratto Rocchetta Sant'Antonio Lacedonia - San Nicola di Melfi rimase attivo per il servizio merci.
A seguito dell'emanazione della legge numero 128 del 2017 sulla istituzione di ferrovie turistiche in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico, si è tornato a parlare del ripristino di questa linea a fini turistici[6][7][8][9].
Il 20 ottobre 2021 il DPCM 4046/2021 ha disposto il finanziamento del recupero di una serie di ferrovie storiche ad uso turistico, tra cui la Rocchetta Sant'Antonio - Gioia del Colle[10][11][12].
Il 22 maggio 2022 un treno ha nuovamente percorso la tratta Gioia del Colle - Altamura (capolinea provvisorio), con due Aln668 serie 1800 di Fondazione FS Italiane, come corsa prova per la riattivazione[13][14]. Il 4 febbraio 2023 le Aln668 1870 e 1882, partite accoppiate da Gioia del Colle, hanno raggiunto la stazione di Gravina in Puglia. A fine ottobre 2023 si prevede la riattivazione del tratto lucano da San Nicola di Melfi a Palazzo San Gervasio.
Il 31 luglio 2022 sono stati festeggiati a Spinazzola i 130 anni dall'inaugurazione della tratta[15].
Alla fine degli anni trenta il centro abitato di Spinazzola venne collegato con la sua stazione ferroviaria mediante una breve linea ferroviaria di circa 2 km che terminava con un semplice tronchino munito di marciapiedi; questa semplice dislocazione prendeva il nome di Spinazzola Città. La linea veniva esercitata "a spola" con l'impiego di automotrici ALb 25 sostituite in seguito da ALn 772 e infine da ALn 668. A partire dal 1986 il servizio ferroviario con Spinazzola Città viene soppresso e sostituito con autobus. Il decreto ministeriale di chiusura del 15 aprile 1987 ha sancito la definitiva scomparsa del breve tronco di ferrovia.
A partire dal 2023 Trenitalia, Fondazione FS Italiane e Arsenale Spa hanno previsto di far circolare il cosiddetto "treno della dolce vita", primo convoglio turistico di lusso italiano. Questo treno arriverà in Puglia fino a Gallipoli, da cui risalirà verso Altamura (via Taranto) attraverso la ferrovia Rocchetta Sant'Antonio-Gioia del Colle.[16]
La linea intreccia importanti ciclovie come la Ciclovia dell'acqua e la Ciclovia dei Borboni e percorsi come il Cammino Materano, i Cammini Federiciani e la via Francigena Bradanica.[17]
^RFI, Fascicolo linea 137, su normativaesercizio.rfi.it, pp. 52-66. URL consultato il 1º dicembre 2018 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2014).
^RFI - Rete in esercizio (PDF), su rfi.it. URL consultato il 10 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2012).
^Sviluppo delle ferrovie italiane dal 1839 al 31 dicembre 1926, Roma, Ufficio Centrale di Statistica delle Ferrovie dello Stato, 1927. Vedi Alessandro Tuzza, Trenidicarta.it, 1997-2007. URL consultato il 10 febbraio 2012.